venerdì 25 febbraio 2011

Diary of a girl, who was in love with her murderer.


Madò cos'ho trovato. Chissà se ce lo ricordiamo ancora?
Ne ho letto una ventina di pagine, sparse, a caso. Tutte con lo STESSO agormento ricorrente. Tutte con la stessa angosciante tristezza, autoconvinzione di qualcosa, qualcuno, che esiste, c'è, lo sento, lo vedo, sono felice SONO FELICE. Ho scoperto questo, però non è come sembra, lo so che non lo è, non lo è vero? tu dici che non lo è E IO CI CREDO io ti credo.
"sono felice sono felice sono felice."

Mi si stringe il cuore a leggere queste cose, questa realtà parallela di me stessa, che non c'è più MA C'è STATA diofà, è incredibile, quanta tristezza emanano quelle pagine, quei giorni quei ricordi.
La ragione è senza dubbio qualcosa che spesso si finge di possedere per riuscire a guardarsi nello specchio poi tutte le mattine senza provare ribrezzo.
Ma è davvero una cosa triste, si dovrebbe imparare a guardare in faccia la cazzo di verità, per quanto sia orribile, e cercare di rimediare al male, invece che urlare al mondo e a se stessi che NON ESISTE, NON E' VERO NON SONO IO SEI TU.
E magari reagire con violenza a tutto perchè questo è più facile, le maschere sono più facili, abbandonarsi alle emozioni forti è più facile.
(La strada più facile è sempre-quella-sbagliata)

Quando avevo 16 anni circa sono stata con una persona meravigliosa per due anni, gli ho fatto del male, tanto male (ero piccola, non volevo, ero ubriaca, ero di qua, ero di là, è che non puoi controllarlo, è che blablabla non è MAI una giustificazione).
Dopo la rottura c'è voluto circa un anno per rendermi conto che ero stata IO la stronza schifosa (per quanto fosse EVIDENTE, era comunque più facile per me pensare che fosse lui invece). E non mi sono data pace finchè non mi ha perdonata. Mi sono beccata gli insulti, le chiamate e le minacce della sua nuova ragazza, l'umiliazione, la mortificazione. Ma non potevo non farlo, non potevo, io non sono quel tipo di persona, non posso NON POSSO darmi pace senza rimediare, io non riesco a fare del male a chi non se lo merita (e spesso neanche a chi se lo merita, perchè dopo, sto sempre più male io che l'altro).
Non ho smesso, ho chiesto scusa ogni giorno, finchè non l'ha fatto.
E ora non ho rimpianti, tutto quello che ho è il rapporto salvato, un'amicizia nuova, dell'affetto sincero, e lo so io e lo sa lui.

Comunque, prima di dar fuoco a questo diario mi sono chiesta davanti allo specchio:
Io, ora, oggi, in questo momento, penso di essere felice come allora? Solo perchè ammettere di non esserlo, e reagire è spaventoso come la morte e comunque la poca fiducia in me stessa me lo impedirebbe?

Sono più vecchia e non molto più saggia, ma l'unica fottuta cosa che di certo ho imparato è essere sincera con me stessa, perchè ho visto coi miei occhi quanto è autodistruttivo non riuscire (non volerlo) essere.

E si.
Lo sono.
Infinitamente :)

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