martedì 6 settembre 2011

Confessions of a teenage drama queen.



Oggi è stata una giornata
strana.

Ho ancora questo vizio, di seguire i segni, anche se questi ti dicono di pisciare il lavoro all'ultimo e andare a fissare il fiume, come una volta, lì dove trovavi rifugio quando ancora non ne avevi uno.

Se non fosse successo, oggi non mi sarei imbattuta in quello in cui invece mi sono imbattuta.
Apprezzo davvero i momenti in cui la vita è bella. E' quando è mediocre che mi fa soffrire. davvero. tanto.
Non voglio diventare quella persona lì, che è nella media, che si accontenta, 8 ore di lavoro a tempo indeterminato? MAGARI - no.
E anche se sono cresciuta con la convinzione che così fosse giusto così, che non bisogna aspirare a qualcosa di "più" perchè -tanto alla fine non ce la farai/mollerai/non andrai più/caccapupù,
che poi che paura puoi mai avere di insegnare a tuo figlio di essere sempre il migliore? di non arrendersi MAI? di provare a fare tutto quello che vuole fare, di sognare l'impossibile, di voler diventare ballerina oggi, astronauta domani, e dirgli sempre CAZZO, CE LA FARAI. Tanto, voglio dire, di cosa puoi mai aver paura? che fallisca?
Perchè non si fallisce comunque nella vita?
Che rischio correrebbe? Di vincere, magari?
Nessuno dovrebbe mai neanche pensare queste cose, tantomeno insegnare che la vita è così, perchè davvero, credetemi, poi è dura uscire dagli schemi, ti sembra di fare un torto a qualcuno, qualcosa di brutto, che fin da piccola ti han detto che è sbagliato.
Ti senti quasi in colpa. Vorresti quasi nasconderli i tuoi successi.

Tutto quello di cui avevo bisogno era qualcuno che per la prima volta credesse davvero in me, e mi lasciasse sognare, e mi lasciasse fare, e parlare, e impazzire, e provare e fallire, e a volte vincere, e volerlo rifare per sempre
 - perchè Dumbo sapeva già volare, gli serviva solo la piuma magica.

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